“Io ho ali forti.” – urlò il gabbiano contro l’azzurro – “Ti conosco, cielo.”
Fu allora che la goccia di pioggia intrise le sue piume e le nuvole si serrarono e la luce del sole si ritrasse barattando il tramonto con una prossima alba.
Il gabbiano planò sulla roccia più alta e artigliando la pietra spiegò le ali tre volte e puntò il mare come a volere spiccare ancora un volo.
Ma non si sollevò. Né piovve. Ogni cosa era immobile adesso.
Soltanto il vento scivolò giù. In un solo respiro. E tutto intorno sembrò poter durare solo il tempo di quella carezza…
[“Le favole di raché”, Nini Ferrara]